mercoledì 29 giugno 2011

ANGOLINO POLITICO

 ANGOLINO POLITICO
(a norma dell'art. 21 della costituzione italiana: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione").


Non chiamatela "guerra in Libia", ma "missione di pace" in Libia;

Non chiamatela "Aumento delle tasse", ma "rimodulazione";
Non chiametala "aumento del'IVA", ma "diminuzione dell'IRPEF";
Non chiamatela "aumento dell'età pensionabile", ma "prolungata possibilità di lavoro";
Non chiamatele "intercettazioni", ma "violazione della privacy";
Non chiamatele "put***ne", ma "escort";
Non chiamateli "precari", ma "fannulloni che non cercano lavoro";
Non chiamatela "P4", ma "rapporto normale tra Stato e privati";
Non chiamateli "Evasori", ma ringranziateli perchè sono loro che fanno circolare i soldi;
Non chiamateli "corrotti", ma eleggeteli a senatore, deputato, sottosegretario o ministro;
Non dite "No al Nucleare", ma "siamo troppo sconvolti per Fukushima, ne riparleremo più avanti";
Non dite "No all'acqua pubblica", ma "il privato è meglio ed è più efficiente";
 

Qualcuno dice che "non siamo messi come la Grecia", ma perchè allora facciamo le stesse cose ?

Non so voi ma io mi sento un tantino preso in giro.

lunedì 20 giugno 2011

LA POESIA DEL MESE DI GIUGNO

LA POESIA DI GIUGNO

Crudele il destino
mi colpì
come un fulmine il cielo.
Mi porto la pazzia
e zanne e artigli di belva feroce
che nessuno osa sfidare.

Cosa rimane della gloria passata ?
Tu vai in carri dorati
e io striscio per terra.
Questo dolore dicevo stanotte
ruggendo alla luna
che illumina il monte.
                                  (Nakajima Atsushi, 1909-1942)

Nakajima Atsushi, nato a Tokio nel 1909, è considerato da molti, essere appartenente a quella che viene definita della generazione "maledetta", non tanto per la vita dissoluta, ma per la brevità della sua esistenza. Morì a soli 33 anni per una semplice e banale polmonite. Dal nonno Nakajima apprende i primi rudimenti della lingua e cultura cinese e l'amore per le lingue straniere: sembra che parlasse correntemente il francese, il cinese, il tedesco e l'inglese e che avesse iniziato gli studi per il latino e il greco. La sua biblioteca personale, ora appartenente all'università di Tokio, contiene moltissimi libri degli argomenti più disparati, molti in lingua originale. Poco più che ventenne diventa professore di letteratura inglese e giapponese presso un liceo di Tokio. Pochi mesi prima di morire lascia il liceo e si trasferisce nelle isole Palau, a quei tempi possedimento giapponese, ed è qui che troverà molte analogie con il suo mito letterario, quello di Stevenson, autore da lui amato e di cui scriverà un romanzo biografico, "Luce, vento e sogni".
Il componimento qui postato è contenuto nel suo racconto "Cronaca della luna sul monte" (Sangetsuki).
Il protagonista è il cinese Li Zheng. Egli ha solo un sogno: quello di diventare un poeta stimato e famoso. L'orgoglio di considerarsi il miglior poeta e la sua superbia lo portano a considerare gli altri quasi con disprezzo, degli esseri inferiori. Nonostante i suoi sforzi, non riesce nel suo intento ed è costretto, per sfamare la moglie e i figli, ad accettare un lavoro come funzionario statale di basso rango. I suoi colleghi di un tempo, che cosiderava delle nullità, nel frattempo avanzano di grado e lui si ritrova ad essere un loro sottoposto. L'orgoglio ne viene ferito al punto che lentamente l'amarezza di ciò che non è diventato e la disperazione lo divorano dall'interno. A poco a poco, come nella "Metaformosi" di Kafka, si trasforma, spuntano gli artigli e le zanne, la sua voce si muta in un ruggito e diventa una feroce tigre. E al poeta di un tempo non rimane altro che ruggire alla luna impotente. Sul far del giorno, prima dell'alba, gli viene concessa la possibilità di essere umano per qualche minuto e sotto questa forma esprime, davanti a un vecchio amico che non vedeva da tempo, la poesia sopra citata.

giovedì 9 giugno 2011

lunedì 6 giugno 2011

POSTE DI CASA NOSTRA

Venerdì 3 giugno. 
Dopo il lavoro, verso le 12.30, prendo la posta dell'ufficio da spedire. Chiedo i soldi a quel tirchio del capo che con riluttanza me li concede. Vado nell'ufficio postale più vicino e neanche il tempo di entrare che mi sento dire "É tutto bloccato !".
"Vabbè", rispondo, "spedirò domani" ed esco.

Sabato 4 giugno
Mi reco nuovamente alle poste per spedire le mie raccomandate. L'ufficio è quello del mio paese. Dentro vi sono dei pensionati che attendono di ritirare la pensione. Vi sono anziani in altra concentrazione. Io, da buon cittadino, mi accodò. E attendo. E attendo. E attendo. E attendo il mio turno. Una musichetta mi risveglia dall'oblio dei miei pensieri. É la sigla di apertura di Windows. La cosa mi preoccupa un tantino. La fila procede. Era un falso allarme. Un sospiro di sollievo, un fazzoletto sulla fronte per detergermi il sudore che cola e riprendo ad attendere. Passa un un'ora (gli anziani sono lunghi a riscuotere la pensione). I pensionati iniziano a fare i loro calcoli "Allora lei è venuto prima o dopo di me ?...no, ci sono prima io, poi ce lei mentre lei è venuta dopo" sento esclamare. "Ancora uno" penso invece io. Ecco è venuto il mio turno. Ci siamo. Mi avvicino allo sportello con le mie raccomandate in mano come un corridore olimpionico in procinto di varcare il fotofinish...maledetta musichetta di apertura di windows.
"Mi dispiace", fa la postina, "si è bloccato tutto !". Disperato nascondo le raccomandate e supplichevolmente chiedo "Non è che potrebbe gentilmente darmi dei francobolli ?". E lei, sillabando bene le parole, neanche fossi un extracomunitario, "NO, NON POSSO. HO IL COMPUTER BLOCCATO".
Esco dalle poste seguito dallo scodazzo di tutti i pensionati. Mi reco dal tabacchino. Chiedo i francobolli e racconto l'accaduto. Loro, i gestori, si mettono a ridere. "Siamo in Italia, tesoro".

E ora immaginate per un attimo se il blocco delle poste a livello nazionale (iniziato il 1 giugno 2011) avvenisse su una centrale nucleare ! Se ci avete pensato correreste come il vento il 12 e 13 giugno a fare la crocetta sul "SI" del referendum per abrogarlo. Così in caso di esposione non sentireste la fatidica frase "Siamo in Italia, tesoro".

domenica 5 giugno 2011

PROBLEMI D'ACCENTO

Nell'era del progresso scientifico e tecnologico, spesso la tecnologia moderna porta dei problemi anzichè risolverli.
Le tastiere di un computer normalmente è suddiviso in tre parti: nella parte in basso a sinistra potete trovare il blocco dei tasti alfabetici, in alto vi sono i tasti delle funzioni, contrassegnati con F1, F2...F12, e in basso a destra vi è il blocco dei tasti numerici (i tasti numerici compaiono anche sotto i tasti funzione, ma essi sono informaticamente diversi).
Se osservate la vostra tastiera noterete che non compaiono le lettere accentate maiuscole, ma solo quelle minuscole. E allora come fare a mettre una lettera accentata maiuscola nei vostri testi ?
Ecco alcune soluzioni:
1) la stragrande maggioranza di voi scrivera la lettera maiuscola a cui aggiungerà l'apostrofo come in "E'". Da notare che mettete l'apostrofo e non l'accento perchè pure il segno d'accento non è contemplato nelle tastiere;
2) Potete utilizzare il linguaggio HTML, se conoscete il codice. Potete trovare i codici HTML in wikipedia e poi fare un semplice copia e incolla.
3) I più fortunanti di voi ricorreranno ai codici ASCII. Tali codici, facilmente rintracciabili in internet, si possono inserire utilizzando la combinazione di tasti ALT + (codice numerico). Mi raccomado il tasto ALT va tenuto premuto mentre digitate il codice numerico dal blocco dei tasti numerici.
4) Sfortunatamente alcuni portatili non hanno la tastiera con il blocco numerico a destra e quindi non è possibile utilizzare i codici ASCII, tuttavia è ancora facile inserire le maiuscole accentate: è sufficiente scaricare una apposita barra verticale dal sito della lexicon che potete trovare qui. Scaricate la lexibar della lingua che vi interessa (io utilizzo la lingua italiana e latina, ma voi potete scaricare la lingua spagnola, francese o tedesca o tutte), installate il programma e ogni volta che vi serve lanciatela dal desktop. Per utilizare la lettera accentata che vi serve (così come i segni diacritici) trascinatela dalla Lexibar al punto del vostro cursore e voilà avete la vostra maiuscola accentata proprio come queste "É, Ò, Ù, Ì, À, Ū, Œ" e altre.